I.N.P.S SOTTO ATTACCO

Attacco all’INPS

Roma, 10 marzo 2021

Potrebbe sembrare la parodia di un noto film di azione se non fosse, invece, un rischio concreto. E in tempi di grosse perturbazioni politiche (un eufemismo..), come stiamo scrivendo da molte settimane, l’I.N.P.S., la più grande azienda Pubblica del Paese, il boccone più grande, diventa un terreno possibile di scontro.

Non è, questa, una riflessione politica, ma l’analisi di situazioni che potrebbero avere, hanno avuto in passato, diretto impatto sulla vita del Lavoratori dell’Istituto.

Quando si pongono a carico delle retribuzioni del personale i costi dei passaggi di qualifica (un salto indietro ventennale nella storia contrattuale) e dell’organizzazione del lavoro (le indennità), quando si subisce per decenni il blocco del turn over assimilando l’Ente a qualsiasi altra P.A., quando si impongono le pagelline perché altrimenti i Ministeri ci tolgono il T.E.P. e si corre per essere tra i primi con un P.O.L.A., con rigidi dettami, potremmo proseguire, non è perché l’Istituto si dimostra debole? E indebolirne la guida a chi serve? Dove porta? Il nostro pensiero non va ai Vertici, che pure rispettiamo, ma a tutto il Personale investito dal vortice di critiche, spesso artatamente alimentate dai media: dai furbetti del cartellino ai finti invalidi, dalle pensioni estere fino all’1% di CIG non erogate dimenticando il restante 99%.

Anziché la via giustizialista (cit. “non esistono innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti”) si passa per quella più elegante della multa dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali che sanziona l’I.N.P.S. per 300.000€ per non aver utilizzato correttamente i dati di alcune categorie che hanno richiesto il bonus Covid-19. Ricordiamo tutti la polemica che coinvolse personale “politico”, che sembrava non aver diritto a dette provvidenze e invece si (sigh!), sconvolto per aver subito controlli da parte dell’Istituto. L’Autorità “ha verificato come l’Inps abbia effettuato elaborazioni e incroci di dati senza prima stabilire se i parlamentari e gli amministratori locali fossero o meno titolari dei benefici di assistenza finanziaria”. Stessa sensibilità, pare, non si sia estesa ai controlli per il Reddito di cittadinanza.

Ma se non incrocia e controlla i dati, come può verificare la liceità della concessione dei benefici? Queste, forse, sono domande che ci facciamo come cittadini che, oltre la legge, vorrebbero che fossero rispettate l’etica, la morale, quei valori che molti politici contestano ai dipendenti della P.A. di non rispettare.

Ottimo il comunicato stampa dell’Istituto, specialmente quando ricorda che “l’applicazione della privacy..  in ogni sua declinazione teorica come vincolante per tutte le attività può, per un Istituto che gestisce decine di milioni di prestazioni per lo Stato e i cittadini, nella previdenza e nell’assistenza, creare nella pratica molte incertezze nel funzionamento dell’amministrazione”.

Forse anche per questo nelle scorse settimane, e lo ribadiamo, abbiamo chiesto un INPS “forte” a sostegno dell’Istituto e del Personale ed un impegno a chiudere in fretta il Contratto 2020 ed aprire subito quello del 2021. Ma di questo parleremo a parte.

Michele Di Lullo
CONFINTESA FP INPS
COORDINATORE NAZIONALE

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