IL MACABRO BALLETTO DEI NUMERI

La danza dei numeri

… ed alla fine arrivò l’atteso D.P.C.M. che, come abbiamo scritto, ha reso superflua la riunione di lunedì scorso.

Paradossale è lo scarso impatto del Decreto sulle decisioni che abbiamo chiesto all’Amministrazione di prendere in fretta (volontarietà, flessibilità, buoni pasto, disconnessione, ..).

Una sollecitudine dettata dall’evolversi della situazione, dall’incremento esponenziale del numero di contagi, dallo stillicidio di episodi che comportano, ormai quotidianamente, la chiusura totale o parziale di sedi di lavoro, nonché l’invio di anonimi colleghi in quarantena, con messaggi al restante Personale anche in ore notturne (altro che disconnessione).

Nulla detta il provvedimento del Governo in merito alle nuove modalità di svolgimento delle prestazioni in smart working. Ribadisce l’incentivo al lavoro agile rimandando, però, le specifiche disposizioni all’emanzione dell’ennesimo Decreto del Ministro della Pubblica Amministrazione (art.3 , punto 3. del DPCM), campa cavallo!

I conti non tornano: 50%, 60% o 70% in smart working? Da quando e fino a quando? È la somma che fa il totale, diceva il Principe de Curtis.

A parere di CONFINTESA FP Inps, un buon servizio al Paese si fa non con la presenza, ma con i risultati, con l’efficienza e l’efficacia delle prestazioni.

Ingolfare l’organizzazione del lavoro con la burocratica ricerca della “percentuale perfetta” complicherà la vita e, soprattutto, il raggiungimento dei risultati.

Le esperienze del territorio dimostrano che la formula migliore è l’organizzazione dei rientri con il numero minimo necessario a garantire i servizi. Il resto è superfluo, è rischioso ed è un rischio, quello per la salute dei lavoratori dell’Istituto che, per rimanare ai numeri, è e sarà incalcolabile.

CONFINTESA FP INPS
Michele DI LULLO

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