AGILI AL 15%??
Roma, 3 maggio 2021
“Si torna alla normalità: addio alla soglia minima del 50% per lo smart working. Fino alla definizione della disciplina del lavoro agile nei contratti e comunque non oltre il 31 dicembre 2021, le amministrazioni pubbliche potranno continuare a ricorrere alle modalità semplificate relative al lavoro agile, ma sono liberate da ogni rigidità.” Queste le dichiarazioni del Ministro per la P.A. riguardo al contenuto del D.L. n. 56 del 30 aprile u.s..
Nel suo comunicato stampa, prontamente ripreso dall’ARAN che, col richiamato rinvio alla contrattazione dello SW, giustifica in parte la sua esistenza (sic!), l’On. Brunetta “esalta” la flessibilità organizzativa della P.A., lega lo S.W. alla regolarità ed all’efficienza dei servizi all’utenza (ovvio), conferma l’obbligo per le amministrazioni di adottare i POLA entro il 31 gennaio di ogni anno, riducendo però dal 60% al 15%, la quota minima di dipendenti che potranno avvalersi dello smart working.
Paradossalmente in una situazione di normalità post-emergenziale tale percentuale minima potrebbe addirittura rassicurare, laddove amministrazioni “pigre” non avessero l’intenzione di misurarsi con questa modalità di lavoro che, ricordiamo, è anche strumento di conciliazione tra lavoro e vita privata.
Oggi non è così: l’emergenza è prorogata per ora al 31 luglio, il lavoro agile è adottato anche ai fini del contenimento dell’epidemia e per la tutela della salute dei lavoratori.
Il D.L., in attesa delle modalità che saranno previste dalla contrattazione collettiva appena avviata, consente fino al 31 dicembre 2021 l’accesso al lavoro agile con modalità semplificate (art. 87 DL n. 18/2020, senza l’accordo individuale).
Consente anche alle Amministrazioni che hanno adottato il POLA di modificare il piano alla luce della disciplina sopravvenuta.
L’INPS, dopo aver “sentito” ma non “ascoltato” il Sindacato, ha adottato il POLA ristretto, quello delle 8 giornate, con deliberazione del C.d.A. n. 31, del 24 marzo scorso, quella dell’approvazione del Piano delle Performance 2021/2023, documento in cui si riconosce il miglioramento delle prestazioni e della produttività nell’anno 2020.
Alle luce di questi dati ipotizziamo che l’Amministrazione ignori la possibilità di rivedere il POLA o, se questo dovesse accadere, potrebbe essere l’occasione per riconsiderare proposte inascoltate e, finalmente, concedere buono pasto e indennità forfettaria.
Michele Di Lullo
CONFINTESA FP INPS
COORDINATORE NAZIONALE