“NOI X”, RIFLESSIONI A MARGINE DEL PERCORSO FORMATIVO
Roma, 1 dicembre 2020
Il Direttore Centrale della Formazione e sviluppo delle risorse umane, Dr. Giuseppe CONTE, d’intesa con il C.U.G. dell’INPS presieduto dalla Dott.ssa Maria Giovanna DE VIVO, Direttore Regionale della Campania, ha organizzato il percorso formativo “NOI X”.
Obiettivi del percorso la sensibilizzazione, il riconoscimento di comportamenti discriminatori e violenti, nonché la realizzazione di pari opportunità.
Venerdì scorso si è tenuta la sessione dedicata ai componenti del Comitato Unico di Garanzia ed ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali che operano nell’Istituto.
Di seguito le riflessioni delle partecipanti per conto di CONFINTESA FP INPS.
DALLA NORMATIVA ALLE TUTELE CONTRATTUALI, DAL BENESSERE ORGANIZZATIVO AI DIVARI RETRIBUTIVI, PER ARRIVARE SINO ALLE IMPLICAZIONI DEL LINGUAGGIO E DELLA VIOLENZA DI GENERE.
Si sono toccati i principali aspetti nel corso della formazione “NOI X” che, dentro l’INPS, oltre all’impegno del C.U.G., testimonia i passi concreti già fatti in questa direzione: l’adozione da parte dell’Istituto di strumenti e tutele previste dal Legislatore tra cui, ad esempio, i congedi retribuiti per le donne che hanno subito violenza ed il Bilancio di genere, che analizza l’impatto della spesa in ottica di genere.
Ma per cambiare la cultura di un popolo ci vogliono azioni diffuse e continue perché l’attenzione non deve calare.
A volte le donne che hanno subito violenza o sono state uccise non hanno volti, finiscono anonime nei trafiletti dei giornali, non si saprà mai cosa fanno, dopo, i loro figli o i loro genitori ed essendo la nostra una società che va velocissima, velocissimamente dimentica: è come se queste donne non fossero mai esistite.
Esiste poi una violenza verbale, quella dei giornali, dei mass-media, che pubblicizzano solo la bellezza esteriore delle donne.
A supportare tale cambiamento sono determinanti quattro fattori fondamentali: la Famiglia, la Scuola, la Società, e le Persone, che dovrebbero parlare tra di loro e adottare azioni consapevoli per trasformare modelli ormai obsoleti. Proveniamo da una cultura patriarcale e per certi versi ne siamo ancora portatori. Questo il punto da cui vogliamo partire.
Basta osservare che alcune persone ancor oggi esprimono insofferenza quando si parla di questi argomenti. Chiediamoci perché.
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, detta anche Carta di Nizza e proclamata il 7 Dicembre 2000, esordisce all’art. 1 con l’affermazione secondo la quale “la dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”.
La salvaguardia della dignità umana è posta addirittura antecedentemente alla “tutela del diritto alla vita per ogni individuo” sancita nell’ art. 2 del Trattato, a dimostrazione dell’eccezionale significanza e rilievo di tale valore.
Ricordiamoci, in ogni momento, che qualsiasi violenza (verbale, psicologica, fisica, economica, etc.) è un atto contro la PERSONA, contro l’UMANITA’ e che, spesso, tale gesto ha dei prodromi tra le mura domestiche ed è figlio di quella impostazione patriarcale della società che continua.
Ma se oggi sta andando in crisi qualsiasi sistema, perché non abbiamo il coraggio di scardinare anche questo? Come potremmo farlo? Modificando la nostra cultura e mettendo in discussione le nostre vite, i nostri stessi pensieri. Altrimenti rimarremmo sempre attaccati al concetto che “la donna deve cucinare e l’uomo zappare la terra”.
Sono sicuramente determinanti in questo lungo, lunghissimo processo le Istituzioni, che tempestivamente devono intervenire con leggi ad hoc e garantire la certezza della pena ma anche sostenere e proteggere le donne che denunciano e i figli che assistono alla violenza familiare.
Ma, ribadiamo, è il momento di dire basta anche alla “violenza delle parole”. Si deve rimettere nuovamente un freno nelle famiglie, tra gli amici, sui social, al tono di ciò che diciamo e scriviamo.
Chiediamo attenzione e azioni che contrastino anche la deriva dei mass-media, come abbiamo detto, che pubblicizzano una donna (anche l’uomo) stereotipata, che offrono un’immagine di corpi mercificati e malati. Non possiamo non vedere a questo proposito che i nostri giovani, milioni di ragazze e ragazzi, inseguendo falsi ideali di bellezza sviluppano Disturbi del Comportamento Alimentari e depressione. Di questo si può morire.
Chiediamo al Governo di stanziare più aiuti economici per le vittime e per le associazioni che li aiutano, usando di più e meglio i fondi Europei che vengono dati al nostro paese.
All’Istituto chiediamo anche di presidiare di più e meglio i luoghi di lavoro per evitare che si verifichino situazioni di mobbing, disparità di trattamento (straining, demansionamento) molestie di vario tipo e molestie sessuali. Si dà atto alle Amministrazioni di aver prontamente istituito i CUG per portare avanti l’attenzione su queste tematiche e tutelare lavoratrici e lavoratori. Un passo in avanti si farà a breve con l’istituzione della figura del/la Consigliere/a di fiducia, di cui si sta aspettando che si concluda l’esito del bando, figura soggettiva posta a protezione della dignità personale e professionale del dipendente. Per questi ruoli chiediamo una formazione specifica, continua e che operi e sostenga un approccio corretto alla questione del genere.
CONFINTESA FP nel progetto NOI X Componenti CONFINTESA FP CUG INPS
“Nel mio piccolo, se mi sarà concesso insieme a tutte voi, vorrei contribuire affinché questo fenomeno sociale vada a scomparire. Per questo è importante oltre che parlarne spesso, assumere comportamenti responsabili. Questo è il mio augurio e il mio impegno.”
Questa è la frase con cui vogliamo chiudere. Come Coordinamento Nazionale del Sindacato Autonomo CONFINTESA FP INPS e come persone, facciamo nostro l’impegno. Ringraziamo tutte le partecipanti e i colleghi dell’Amministrazione per l’impegno profuso.
Michele DI LULLO
Coordinamento Nazionale
CONFINTESA FP INPS